Gli incendiari hanno fatto tesoro non tanto della scuola fatta alla RAI, di inzuppare di benzina i gatti e lanciarli in una corsa di fuoco verso i boschi, quanto dell’insegnamento di Archimede: seguendo il suo esempio, quando incendiava a debita distanza le navi romane lanciando con la fionda le cicche (i culazzi, per chi non è padrone della lingua italiana) di sigarette non spente a dovere.
Forse si serviva anche di vetri rotti, che facevano da specchi, per concentrare innocentemente i raggi del sole siciliano su quella flotta pertinace…
Boris Longojev
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