05 giugno 2006

LE MIE VALUTAZIONI SUI RISULTATI ELETTORALI RIVOLTE AI MIEI QUATTRO LETTORI

LE SCHEDE

Chi ha ideato la grafica delle schede ha preso un granchio.
Il nome dei due candidati sindaci era scritto in piccolo e in corsivo rispetto ai simboli.
È stato difficile per l’elettore medio individuare Covato (si è verificato spesso che non essendo sicuri di avere votato per Covato, abbiano scritto Covato).
Ancora peggio per Bolla, che era sovrastato dal simbolo della lista “Con Bolla per Pinerolo” (una grossa palla blu con un Bolla in bianco a caratteri cubitali).
Molti elettori, volendo usare il voto disgiunto, non segnavano Bolla candidato, ma la lista con Bolla, facendo lievitare i consensi per questa lista oppure segnavano questa lista con il nome del candidato di Forza Italia o di candidati d’altre liste di centrodestra.
Chi, come me, si è preso la briga di girare per tutti i seggi al momento dello spoglio, si è reso conto dell’enorme confusione dell’elettorato (a mio parere, non si era mai visto nulla del genere).
A me, inoltre, è capitato più di una volta di leggere il mio nome, come preferenza, abbinato a Forza Italia.
Capisco che Italia dei Valori e Forza Italia abbiano in comune Italia, ma mi sono sentito offeso e non ho accettato il binomio.
Almeno un terzo delle schede, applicando criteri rigorosi, andava annullato.
I Presidenti dei seggi, visto l’andazzo, hanno individuato un loro criterio e lo hanno applicato in modo imparziale, ma questo criterio variava da seggio a seggio e da Presidente a Presidente (qualche presidente inesperto e meno deciso ha protratto lo sfoglio fino a notte alta).
Il risultato globale non credo che n’abbia risentito, ma la serietà delle elezioni sì.
La Commissione Elettorale Nazionale dovrebbe essere più lungimirante, così come chi cura l’impostazione grafica.
A mio parere, il voto disgiunto, sia perché crea troppa confusione, sia perché politicamente è un ibrido, andrebbe eliminato dalle possibili scelte.

LE PREFERENZE

Dopo le liste bloccate delle precedenti elezioni politiche e lo strapotere delle segreterie dei partiti nel decidere chi aveva diritto e chi no ad accedere al parlamento, gli elettori si sono riappropriati dello strumento delle preferenze per selezionare la classe dirigente.
Come capita dopo un lungo digiuno, l’uso delle preferenze, in questa tornata elettorale, ha preso la connotazione di una grande abbuffata o di un rito orgiastico.
Abbiamo letto preferenze sparate ovunque e in qualsiasi modo, per esempio un Alberto Barbero nella Margherita o, come dicevo prima, un Giuseppe Buzzanga in Forza Italia.
A parte gli aneddoti, le preferenze sono date con tre criteri, che alle volte si mescolano.
1. Il criterio della parentela o degli amici.
2. Il criterio “clientelare” o di controllo sistematico del territorio.
3. Il criterio politico, più seguito dall’elettorato politicizzato e caratterizzato di destra e di sinistra.

Più l’elezione si restringe in ambito locale più prendono piede i primi due criteri.
Nel centrodestra hanno pagato pegno, per il gioco delle preferenze, il sen. Lucio Malan, braccio destro (o sinistro) di Berlusconi, così come i coordinatori di Forza Italia, Giorgio Mathieu, e dell’UDC, Alberto Aymar.
Nell’Unione:
a sorpresa (non so quanto “attesa”), nei “Verdi e Comunisti italiani per l‘Unione” è stato eletto Marco Gaido;
in Italia dei Valori, che non ha avuto seggi, si è piazzato come primo Laurita, che ha doppiato per preferenze i due candidati più accreditati politicamente: Elena Boiero e Giuseppe Buzzanga (l’una cattolica di centro, l’altro laico di sinistra), la Boiero, tuttavia, potrebbe entrare in Giunta sia come premio al Partito (quale?) sia per rispettare le quote rosa;
nei DS sono stati eletti tre outsider: Pino Bari, Luca Tumminello e Roberto Magrì (consigliere uscente);
nella Margherita la lotta è stata aspra tra i candidati, ma i covatiani hanno dimostrato ancora una volta di avere un buon controllo del territorio ottenendo quattro consiglieri (anche se risulta difficile capire quale sia la visione politica di un Rossetto, 427 preferenze o di un Masciotta, 203 preferenze), così come i Popolari (quattro consiglieri).
Sono rimasti fuori sia Peres (Presidente uscente del Consiglio), sia il capolista Angelo Distaso, sia l’altra anima dei Popolari rappresentata da Elvio Rostagno sia, infine, le donne candidate.
Con il gioco degli Assessorati, tuttavia, Peres e Rostagno dovrebbero subentrare in Consiglio al posto di Rossetto e Berti in Giunta, ai quali si aggiungerà Buttiero o Chiabrando.

CHI HA VINTO

Ha vinto l’Unione nettamente, con il 58,2%, e, dentro l’Unione, Covato e la Margherita, che diventa, con il 24,7%, il primo partito della città.
Ha vinto, anche se con un risultato inferiore al possibile, Rifondazione Comunista (8,9%), che passa da due a tre consiglieri e conferma un Assessore, verosimilmente Tiziana Alchera (quote rosa) e forse ottiene una delega importante per un altro consigliere. Dovrebbe subentrare in Consiglio Luca Prola e, se Clement lascia, Piero Malano (Assessore uscente).

CHI HA PERSO E PERCHÈ

Bolla e il centrodestra (41,8%) sicuramente, ma era molto prevedibile.

Nel centrosinistra:

1. La Politica

Sì, a mio parere, la grande sconfitta è stata la Politica con la P maiuscola, quella che affronta i grandi temi ideali e immagina una felicitè publique per i cittadini.
Invece ha vinto la politica delle poltrone e degli scontri di potere.
Questo è dovuto a due fattori:
· da una parte una progressiva diseducazione dell’elettore ad usare lo strumento del voto con criteri politici e di questo sono responsabili non solo i partiti della Prima Repubblica, come la DC o il PSI di Craxi, ma anche i loro eredi;
· dall’altra l’incapacità dei DS a presentarsi come alternativi a questi metodi, sempre ed ovunque.

In tempi non sospetti, ho criticato la polemica sollevata da Alberto Barbero sulle pagine dei giornali dopo le Primarie.
Ritengo che sia stato un gravissimo errore per tre motivi:
a) È inopportuno sollevare una polemica di quel tenore alla vigilia d’elezioni se non si vuole disorientare l’elettorato o polarizzarne l’attenzione sui due contendenti, in questo caso Barbero ha perso.
b) Le problematiche sollevate da Barbero hanno una loro valenza politica e meritano di essere affrontate e chiarite, ma la sede è quella, molto più riservata e ovattata, degli incontri tra DS e Margherita per la costituzione del Partito Democratico. In ogni caso travalicano l’ambito locale e quello delle elezioni amministrative.
c) È stata data l’impressione di uno scontro di potere o di prestigio tra Alberto Barbero e i suoi sodali e Paolo Covato ed il suo giro, cioè uno scontro che ha poco o nulla della politica nobile.
d) Barbero ha dilapidato, in parte dell’opinione pubblica, la stima e l’apprezzamento per i dieci anni d’onesta amministrazione, presentandosi come un giocatore in campo, mentre avrebbe dovuto gestire con maggiore oculatezza il suo carisma, quale figura al di sopra delle parti.

I Democratici di Sinistra

I DS hanno perso poiché hanno un seggio in meno, anche se hanno aumentato i consensi (19,6%).
Ha perso, all’interno dei DS, Alberto Barbero, che della sua Invencible Armada ha portato in Consiglio se stesso e Magda Zanoni.
Degli altri quattro consiglieri, tre sono degli outsider, Pino Bari, Luca Tumminello e Roberto Magrì (consigliere uscente), il quarto Giorgio Canal non è iscritto al partito.
È rimasto fuori il gruppo dei Presidi, Elio Salvai, Mariella Amico, Mauro Ughetto; gli Assessori Giuseppe Chiappero e Flavio Fantone; le tanto osannate donne, Eliana Modena e Silvia Balocco; la sinistra DS con Riccardo Vercelli.
Una débacle da qualsiasi parte la si veda.
Saranno presenti in Consiglio tre bravi giovani, ma inesperti:
Pino Bari, sostenuto dalla cordata della sinistra ecologista coordinata da Fernando Giarruso: si farà largo da solo.
Luca Tumminello, un bravissimo e educatissimo giovane, ancora incredulo, che penderà dalle labbra del capogruppo.
Roberto Magrì, giovane consigliere uscente, disorientato dai nuovi assetti.
Per il gioco degli Assessorati, Zanoni (o Barbero) dovrebbe lasciare il posto a Salvai (una bestia nera per Covato); Barbero (o Zanoni) alla Presidenza del Consiglio; l’altro assessore potrebbe essere Giorgio Canal, in questo caso subentrerebbe in Consiglio Riccardo Vercelli, capogruppo uscente.
Potrebbe, però, presentarsi un altro scenario.
Se l’altro assessore sarà preso tra gli esclusi, per esempio Chiappero, Ughetto o Modena, rimarrà fuori Vercelli, che si era dissociato dalle polemiche postprimarie.

I Partiti minori

Non essere presenti nell’amministrazione e non possedere il controllo del territorio ha penalizzato i partiti minori.
A questo va aggiunto il minore afflusso d’elettori, che riguarda il cosiddetto voto d’opinione a cui i minori di solito attingono, nonché la polarizzazione dell’attenzione sulla polemica DS-Margherita.

Verdi e Comunisti Italiani, pur presentandosi uniti hanno, a stento, ottenuto un Consigliere e probabilmente otterranno un Assessore ( 3,2% con 571 voti).

Di Pietro – Italia dei Valori, pur rimanendo il quarto partito della coalizione non ha avuto seggi (2,1% con 380 voti).

La Rosa nel Pugno paga la velleità e/o l’illusione di potere recuperare il voto radicale d’opinione, motivo per il quale aveva rifiutato di inserire dei suoi candidati nella lista Di Pietro – Italia dei Valori, e non ottiene seggi (1,6% con 285 voti).


La mia delusione personale

Preciso, per prima cosa, che la delusione non è dovuta al mancato ingresso nel Consiglio comunale, bensì all’esiguo numero di preferenze (46) ottenuto.
Prevedevo, infatti, da un minimo pessimistico di 80 preferenze, ad un probabile 150, fino all’ottimistico oltre….
Questa previsione non era dettata da un eccesso d’autostima, ma da contatti rassicuranti e segnali che venivano da più parti.
Soprattutto doveva essere la naturale risposta a tre anni d’incontestabile impegno e ad una proposta politica che spaziava dai temi tipici dell’Italia dei Valori: lotta alla corruzione e agli sprechi, difesa dell’autonomia della magistratura, laicità dello Stato; ai comuni temi della sinistra: difesa del potere d’acquisto dei ceti medi, lotta contro il lavoro precario, condanna della partecipazione Italiana alla guerra in Iraq, temi ambientalisti.
Inoltre, dall’avere individuato con altri, come esigenze primarie, la costruzione di un polo di sinistra laico e democratico e i percorsi per una vera democrazia interna ai partiti (a cominciare dal mio).
Non mi dilungo su tutto questo poiché è possibile ritrovare gli approfondimenti nei siti:
http://www.esopo.org/ , http://www.giuseppebuzzanga.it/ , http://www.idvpinerolese.it/

Ovviamente, anche in questo caso valgono le considerazioni fatte sopra sul modo di votare dell’elettore medio in un’elezione comunale, ma non si chiedeva di capovolgere le percentuali, ma molto più semplicemente di raccogliere un centinaio di preferenze per avere la chiara dimostrazione che, almeno una minoranza, aveva colto la specificità e l’importanza della proposta politica.
Così non è stato e non trovo ancora una spiegazione plausibile e fin’ora nessuno me l’ha fornita.
Provo, tuttavia, a formulare l’ipotesi che si sia trattato di un deficit di comunicazione dovuto a modestia mia (certe cose non si dicono) e/o alla sopravvalutazione degli strumenti o dell’attenzione del cittadino per decifrare la complessa realtà politica, anche in ambito locale.

Schematizzo: è convinzione diffusa, me compreso, che i partiti siano strutture efficienti e finanziate (con i soldi dello Stato) per ricercare il consenso dell’elettorato, utilizzando l’arte della retorica delle immagini e dei messaggi.
È quello che abbiamo definito “berlusconismo” e che ha contagiato tutti i Partiti di destra, di centro e di sinistra.
È così con dei distinguo, ma stavolta, a Pinerolo, s’è fatta di tutta l’erba un fascio, accomunandovi anche i critici di questo sistema.
Dirò ora quello che forse avrei dovuto dire prima.

Ho assemblato una mailing-list con circa 400 indirizzi di posta elettronica e a questi indirizzi ho inviato centinaia e centinaia di lettere (forse troppe) da diversi account in base al tema o al Comitato.
Magari qualcuno avrà pensato che dietro a tre siti e migliaia di mail ci fosse uno staff con molti collaboratori e chissà quali finanziamenti,
Ebbene non è così, dietro quella mole di lavoro (elaborare il materiale e la proposta politica, inviare le lettere, dialogare con chi rispondeva o chiedeva spiegazioni o criticava per la non tempestività dell’informazione) c’ero solo io nel chiuso della mia cameretta (con l’ineguagliabile giovanissimo Stefano che curava i siti) e i finanziamenti venivano dalla mia pensione di statale.
Decine di volte vi siete fermati sotto i Portici per firmare referendum vari o per prendere volantini e, magari, avete pensato che L’Unione a Pinerolo è efficiente, ma vi è sfuggito che sotto i Portici a scaricare i tavoli, gli striscioni, a montarli, ad allestire i banchetti, con il freddo o con il caldo, per mattinate e pomeriggi interi, c’erano sempre gli stessi: Giuseppe Buzzanga dell’Italia dei Valori, Giorgio Gardiol dei Verdi, Renato Ribet e Rino Lombardo dei Comunisti Italiani, ai quali, in alcune occasioni, si sono aggiunti Luigi Fenoglio e Giampaolo Cleri di Rifondazione Comunista.
Insomma, anche se appartenenti a dei partiti, di quei partiti c’eravamo solo noi quattro/sei a sobbarcarci la fatica fisica e intellettuale, nonché ad elaborare una proposta politica di nuova sinistra; frattanto quei cento e passa candidati che avete trovato nelle liste erano in tutt’altre faccende affaccendati.
Forse vi state chiedendo dei DS, sì cari amici, a Pinerolo, in queste occasioni non abbiamo visto un diessino che sia uno (più che il contatto diretto con il cittadino, preferiscono i cenacoli).
Se, poi, vi interrogate sulla Margherita vuol proprio dire che volete parlare di fantapolitica.
Se volete trovare numerosi esemplari di queste categorie di politici dovete aspettare o la vigilia di elezioni che assegnano seggi o la spartizione di qualche Presidenza dell’ACEA.
Di quei sei sopra citati, due erano candidati: io con Di Pietro- Italia dei Valori (46 preferenze) e Renato Ribet con Verdi e Comunisti italiani (4 preferenze).
Caro amico Renato, tre anni d’impegno e di fatica ricompensati con quattro sparute preferenze; speriamo che gli tocchi un assessorato se lo merita per capacità e abnegazione!
In sintesi, avete accomunato gli antisistema al sistema e perpetuato metodi e persone che in altre occasioni non avreste incertezze nel biasimare.
Giuseppe Buzzanga

Se qualcuno vuole commentare, integrare, approvare, suggerire, criticare quanto ho scritto è il benvenuto.
Una sana e aspra dialettica è mille volte preferibile al silenzio nel quale spesso ci si chiude.
Potete, se volete, usare il blog http://buzzanga.blogspot.com/

6 commenti:

Lucapilu ha detto...

Gentile signor Buzzanga,
con curiosità ed interesse ho letto le sue valutazioni sulla campagna elettorale. In buona parte le ritengo condivisibili, soprattutto quando parla della deriva di questo sistema elettorale e nella fattispecie sul metodo delle preferenze.
Non mi addentrerò in quelle complesse dinamiche che riguardano il partito di cui faccio parte, ma un dato è indubbio già da parecchio tempo, l'"era Barbero" è terminata il 5 marzo del 2006, con l'esito delle Primarie.
Sul piano strettamente personale ritengo che la mia inesperienza fino a questo punto sia stata il mio punto di forza e lo sforzo di queste giornate e quelle di non tramutarla in un punto debole.
Da quell'imprevisto esito elettorale ho immediatamente attivato e riattivato una serie di confronti con persone che hanno o hanno avuto una rapporto molto stretto con la vita politica pinerolese ed in questo senso il suo contributo mi è prezioso.
Auspico che queste diverse riflessioni possano conferirmi una maggiore consavolezza del difficile ruolo che dovrò svolgere, affichè non sia semplicemente alla mercè del mio capogruppo.
In attesa di un prossimo ed eventuale confronto (mi farebbe molto piacere) le porgo i miei più distinti saluti.
Grazie
Luca Tumminello

Lucapilu ha detto...

Gentile signor Buzzanga,
le inoltro copia di ciò che ho pubblicato sul mio blog: http://blog.libero.it/dapilu/
Partito unico del centrosinistra: no grazie!
Da mesi si parla dell'auspicato arrivo del Partito Democratico. L'obiettivo latente di questo partito è quello di preservare l'attuale classe dirigente, manifestando un'idea di compattezza d'intenti e di stile politico.
Personalmente ritengo che questo ambizioso progetto arrivi in ritardo di circa 10 anni. Esso era la naturale evoluzione della coalizione sconfitta dei "Progressisti" nel 1994, fagocitando gli ex dc di area di sinistra. Ciò non è avvenuto, è rimasto l'ibrido politico dell'Ulivo prima e dell'Unione poi, senza mai sortire, tranne qualche eccezione elettorare, in un organico e strutturato progetto politico. Al solito siamo in ritardo, perchè se è vero che il berlusconismo è quasi al crepuscolo, un certo stile ed una certo modo di far politica è sempre vivo ed in cerca di nuove alleanze.

Giuseppe Buzzanga ha detto...

Caro Luca,
il tuo punto di forza è stato la genuinità, che è una qualità, mentre l'inesperienza è un dato di fatto.
La mia preoccupazione non riguardava la tua integrità morale, nè la tua determinazione politica, ma l'ambiente di vecchie volpi della politica che ti circonderà.
Le tue parole, tuttavia, mi lasciano ben sperare e, visto che condividiamo la stessa visione della politica, sono disponibile a collaborare con te.
Con stima e simpatia
Giuseppe Buzzanga

Anonimo ha detto...

Caro Aldo,
ho letto con interesse le tue considerazioni a proposito del voto di Pinerolo e condivido la tua amarezza per aver lavorato tanto e raccolto troppo poco. Ma dopo un po di scoramento comprensibile, ci si rialza e si continua. I tuoi contributi e il tuo lavoro è sempre stato apprezzato da tutti e quindi tu devi continuare a lavorare e imoegnarti come prima: I frutti alle volte arrivano tardi, ma arrivano sempre! Un abbraccio con tanta stima
Laura Zoggia

Anonimo ha detto...

Visto che chiede l'altrui opinione, preciso che ho votato Magda
Zanoni perchè fregata alle primarie dal massimalismo dei
rappresentanti delle cosiddette liste minori che non si rendono conto
del risultato di dispersione delle forze: ho 70 anni, sono nata sotto
il fascismo e ricordo come fosse ieri il pomeriggio in cui, bambina,
ho provato un terribile senso di colpa perchè le mie orecchie avevano
udito un ubriaco che si rivoltava nel fango (provocato dalla
fontanella di fronte a San Maurizio) e gridava "Mussolini è un porco".
Benchè di famiglia antifascista, mi sembrava che sarei stata punita
dal "potere" per il solo fatto di aver udito un grido così blasfemo.
Non posso appoggiare coloro che - volendo subito il paradiso in terra
- portano credito e voti alla destra. Troppe volte rifondazione
comunista e comunisti italiani in parlamento hanno votato con Fini e
la fiamma tricolore.L'azione dei Verdi si limita troppo spesso a
bloccare tutto, cosa certo più facile che evitare i guai peggiori (e
sarebbe già un successo, sia pure più faticoso e meno gratificante),
ma dovrebbero capire che /panta rei/, usare perciò la fantasia per
capire quali scenari si prospettano se si ferma tutto quello che non è
perfetto e agire perciò in modo costruttivo. Personalmente apprezzo
molto le battaglie di Di Pietro e dell'Italia dei Valori, per
l'invocato rispetto delle regole, ora anche per la sua posizione sulle
opere pubbliche da fare se ci sono i soldi (compresa spero la TAV
Torino-Lione, visto che i soldi dell'UE non si possono usare per
migliorare chessò la Torino-Ceres) e specialmente sull'indulto
proposta condivisa da tanti soprattutto per calmare le gerarchie
cattoliche. *Proporrei che si riducesse la pena a chi lavora per
alcuni mesi a ristrutturare i vecchi penitenziari in modo da ridurre
il sovraffollamento delle carceri non solo per domani ma anche per il
futuro.* E' giusto avere ideali elevati e muoversi in quella direzione
ma bisogna badare anche a dove si mettono in piedi se non si vuol
ruzzolare. Un invito quindi: gli occhi rivolti al cielo, ma i piedi
ben saldi per terra! Difficile, vero? ma chi ha mai detto che vivere
una vita impegnata debba essere facile? Coraggio quindi e un altro
consiglio non richiesto: non estraniatevi dalla "gente"; Berlusconi
sta chiuso nelle sue ville o fra folle osannanti che lo separano dalla
realtà; non fate lo stesso come mi sembra abbia fatto il ministro
Ferrero che sembra ignorare che la proposta per il voto agli
extracomunitari regolarizzati da 5 anni per i consigli delle
circoscrizioni proposto dalla giunta Chiamparino è stato bocciato
proprio nella circoscrizione 10 quella degli operai e pensionati FIAT.
Buon lavoro! bis-nonna Giuli
Giuliana Gay

Anonimo ha detto...

Cos'è la destra, cos'è la sinistra? Cado in un ingorgo mentale in stile Gaber, ma alla fine trovo sempre la stessa risposta: sono di sinistra. Penso che son di sinistra da quando avevo otto anni: cadeva la neve nel cortile della Nino Costa e tutti i miei compagni andavano a mettersi gli stivaletti per andare a giocare fuori a palle di neve. Io no. Io non potevo andare perchè io gli stivaletti non li avevo. Non li avevo dimenticati, semplicemente mia mamma non aveva POTUTO comprarmeli al mercato, perchè erano troppo cari per il badget famigliare di quegl'anni. Li vedevo sfilare quasi tutti i compagni, anche gli amici del cuore, quelli che trascorrevano il week-end a Sestriere che di stivali ne aveva diversi paia, a quelli che avevano il pellicciotto all'interno.
Perchè loro sì ed io no? Da quel lontano inverno o assaporato l'amarezza dell'ingiustizia.
Un aneddoto un po' puerile per rappresentare una grande idea, che affonda le sue origini sulla giustizia sociale e sulla libertà come ricordò più di un decennio fa uno dei padri della nostra Repubblica Sandro Pertini.
La giustizia sociale è doveroso cercarla in coloro che vivono un disagio, molto spesso di natura economica, ma fortunatamente colmabile. La libertà che il neocapitalismo ci ha dato in dote è la più grande bufala della storia. La libertà di fare dell'ambiente il c...o che vogliamo, la libertà di esportare con le armi quella democrazia a noi tanto cara. La libertà di avere una famiglia.
La Libertà che io rispetto è quella delle regole, quelle delle Scelte vere fra più soluzioni, non esclusivamente quelle dettate dal carattere economico e utilitaristico.
A volte ho la sensazione che chi è nella stanza dei bottoni (grandi manager, banche, buona parte della classe politica) ci stia prendendo tutti per il culo e questo continuo avvinghiarsi tra le ragioni della sinistra e quelle della destra (che non conosco) faccia il loro gioco, ma adesso sono nuovamente nell'ingorgo......
Saluti
Luca Tumminello